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Lettera aperta agli Appassionati d'Animazione Giapponese in Italia

Inserito da Fenfen Superior Jounin | 26 marzo 2009 - 14:45 | Categoria: Altro | 1391 Visualizzazioni

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Divulghiamo anche su AOLS la lettera aperta che Gualtiero Cannarsi, dialoghista e direttore di doppiaggio altrimenti conosciuto come "Shito" ha voluto scrivere rivolgendosi a tutti gli appassionati d'animazione giapponese in Italia e ispirata dall'uscita al cinema di "Ponyo sulla Scogliera", ultimo lavoro di Hayao Miyazaki giunto nel nostro Paese. Da Nanoda.com







Caro amico,
come probabilmente già saprai, questo fine settimana vede l'uscita nelle sale cinematografiche italiane del film 'Ponyo sulla Scogliera', ovvero la versione italiana di 'Gake no Ue no Ponyo', l'ultimo film dello Studio Ghibli firmato da Miyazaki Hayao.

Più che parlare del valore della pellicola, cosa per cui ci saranno di certo tempo e spazi futuri, vorrei ora provare a farti riflettere su una questione ben più urgente.


Ovvero: questa uscita cinematografica rappresenta un'occasione unica non solo per 'Miyazaki in Italia', non solo per lo 'Studio Ghibli in Italia', ma per la salute di tutto il settore dell'animazione giapponese in Italia.


Perché?


E' molto semplice. Sin dalla 'seconda invasione' di anime (e manga) nel nostro paese, ovvero quella avvenuta all'inizio degli anni novanta, non si è mai riusciti a fondare in Italia un reale zoccolo di cultura di settore. Questo significa che, dai novanta a oggi, i manga e gli anime hanno avuto un loro piccolo 'boom di nicchia', che ha provato a espandersi commercialmente, fallendo nel diventare mainstream, e ora siamo agli sgoccioli. Questo proprio perché non si è mai pensato, né si è mai riusciti, a fondare in Italia un'onesta cultura di settore. Quindi la nicchia è stata prosciugata, e ora è in secca.



Ho personalmente vissuto tutte queste fasi sia da appassionato che da addetto ai lavori, perché c'ero personalmente, in prima linea, nel corso di tutta questa evoluzione. E non è nulla di originale. Così capita nei mercati di nicchia quando non fondando realmente nulla di subculturale, si cerca a un dato momento di spaccare la nicchia per mera ragione economica: non funziona.

E' evidente che manga e anime non saranno mai moduli espressivi realmente di massa in Italia,  e non credo lo si dovrebbe neppure auspicare. Tuttavia, senza fondare una solida base culturale anche di un settore 'medio piccolo', la sua nicchia muore, muore commercialmente perché non riesce né a mantenersi, né soprattutto a rinnovarsi. 

Tuttavia, fondare una cultura di settore è la cosa più difficile, perché richiede due elementi che difficilmente si associano: l'intento culturalizzante/artistico E un serio e oculato investimento di risorse economiche.

Ed eccoci giunti al punto: perché l'uscita di ‘Ponyo sulla Scogliera’ rappresenta un'occasione reale, e perché altre uscite non erano altrettante occasioni?



E' presto detto. Da un lato, un'uscita artisticamente impeccabile, ma economicamente misera, non muove nulla. Non vi è un investimento serio, e quindi neppure la visibilità mediatica reale del prodotto è tale da raggiungere nuovi fruitori. All'opposto, anche la diffusione commercialmente sovraesposta di un prodotto di gran visibilità, ma tuttavia non culturalmente rispettoso della sua eredità culturale originale, non crea nulla, perché non comunica nulla di vero al pubblico.

Uscite cinematografiche come quelle di ‘Ken’ o ‘Lupin’, quindi, non significano nulla. Sono solo delle operazioni di 'passa alla cassa', fatte per spremere i residui nostalgici di personaggi già noti e amati. Lavori realizzati col minimo investimento possibile per massimizzare il guadagno al più possibile. Prendi i soldi e scappa. Taglia e brucia.

Uscite invisibili apparse sull'onda di distriduzioni straniere, come quelle dei film di Kon Satoshi (‘Tokyo Godfathers’, ‘Paprika’) non significano evidentemente nulla.

Il mercato dell'home-video è ormai pressoché esploso, vive di sola grande distribuzione 'squarciata', ovvero di merchandise a basso costo da edicola o cestone di centro commerciale.

Questa è l'attuale situazione dell'animazione giapponese in Italia.

In questa situazione, ‘Ponyo sulla Scogliera’, un film inedito, esce al cinema in Italia in duecento copie. Per intenderci, sono più copie di quelle di ‘The Millionaire’, il campione degli Oscar di quest'anno. Non solo. Esce in duecento copie con una localizzazione italiana  fedele all'originale, dove il bambino protagonista, un bambino giapponese, viene chiamato 'Sosukechan', dove si parla -con naturalezza e normalità- di Dea Kannon e di Urashima Taro, perché è un film giapponese ambientato in Giappone. Ed è un film per bambini, ovvero i soggetti ideali per il fondamento di una nuova cultura.



Oltre alle duecento copie, c'è la serietà di un distributore, la Lucky Red, che ha investito grandemente e intelligentemente su questo film. E' innanzitutto il terzo film Ghibli che distribuisce, sempre con serietà. Presentato a Venezia, con l'autore giunto in Italia. Ottenendo grande riscontro di critica, cosa che si è rispecchiata in tutta la stampa nazionale, dai giornali quotidiani, alle riviste di settore, ai telegiornali più in vista. Molte iniziative pubblicitarie sono state varate a latere dell'uscita del film: un concorso sul sito Lucky Red, uno sul sito Cartoon Network, uno sul sito di Nanoda.

Molto, molto lavoro è stato profuso SIA dal punto di vista commerciale, SIA dal punto di vista artistico e culturale, intorno a ‘Ponyo sulla Scogliera’.

Per questo è un'occasione unica.

E per questo credo che proprio in questo momento, chi si vuole chiamare "un appassionato di animazione giapponese" dovrebbe saper premiare tanto sforzo e tanta cultura profusa dalla Lucky Red in questo settore che noi diciamo di amare.

Il modo per farlo è, chiaramente, andare al cinema e portare amici e parenti al cinema, spingerli al cinema a vedere quello che è un magnifico film, il film dell'autore di animazione giapponese che -anche e soprattutto e innanzitutto in giapponese- è a giusto titolo ritenuto il simbolo e l'erede della tradizione animatoria nipponica.

Soprattutto quando Lucky Red ha già dichiarato la sua intenzione a distribuire l'intero catalogo dei film di Miyazaki bei CINEMA italiani, e di distribuirli nella totale fedeltà artistica e culturale agli originali, questa è un'occasione irripetibile, venutasi a creare per una serie tanto lunga di coincidenze tanto fortuite che sarebbe persino noioso stare qui a elencarle.



Ma è forse la rara, unica occasione di fondare una onesta, modesta ma VERA cultura dell'animazione giapponese in Italia, e spero solo di essere riuscito a comunicare questo obiettivo dato in tutta la sua poderosa e onesta realtà.

Perché ho scritto questa lettera aperta non da addetto ai lavori, ma da appassionato di animazione giapponese, proprio come il suo ideale ricevente. Sono personalmente coinvolto nella realizzazione dell'edizione italiana di 'Ponyo sulla Scogliera', ma non sono un dipendente della Lucky Red. Non trarrò alcun beneficio economico dall'eventuale successo di 'Ponyo sulla Scogliera', e siccome per deontologia professionale io lavoro sempre alla paga minima sindacale del settore (doppiaggio), nulla cambierà nella mia sfera economica personale. Scrivere questo è per me umiliante (è sempre umiliante parlare di denaro quando si ha in mente l'arte), ma mi preme davvero che l'onestà di questo scritto sia palese anche al lettore più diffidente, quindi non esiste ora per me neppure nessuno orgoglio, nessuna dignità. C'è qualcosa di più importante di me, ed è esattamente l'occasione di cui ho parlato.



Sono quindici e più anni che opero in questo settore, e da più di una decade lamento la mancanza di una cultura specifica di questo settore. Nessuno ha mai realmente investito nulla per crearla. Le fiere sono sempre state sterili o quasi. Tutti gli agenti del settore o erano chiusi in una nicchia, o speravano in una gallina dalle uova d'oro che non è mai esista, e tutti gli sforzi miei e di pochi altri appassionati professionali si sono sempre persi così, in questa ineluttabile mancanza.

Siccome ora potrebbe, forse per la prima volta, essere diverso, io spero davvero che chi ama ritenersi un appassionato di animazione giapponese in Italia sappia sentire la semplice responsabilità anche solo della propria passione.

Spero che questa lettera sia stata letta e non fraintesa.

Spero che questa occasione non sfumi nella tipica abulia del sedicente appassionato italiano.


Amichevolmente,

l'appassionato di animazione giapponese Gualtiero Cannarsi,
noto ad alcuni anche come 'Shito'.
Che poi significa apostolo.

Risorse collegate

http://www.nanoda.com

Fenfen avatar
Superior Jounin avatar
cantastorie
26 marzo 2009 15:00
0 +1 -1
Quanta ragione possa avere Cannarsi in questa lettera direi che è sotto gli occhi di tutti. Io Ponyo l'ho visto ieri sera, e la sala era piuttosto piena, e anche se cmq non era certo molto grande in sè ne sono stata contenta (è stata l'ultima cosa su cui mi sono focalizzata prima dell'inizio del film). Poi vabbè, sul film in sè mi sento solo di dire che va visto assolutamente.

Io mi soffermerei un attimo anche sulla questione fiere, è sono d'accordo sul fatto che in divulgazione servono veramente a poco, considerando quello che propongono. Anche a Lucca, che è la fiera più grande, si fa praticamente solo marketing... (questo almeno quello che ho visto io in due anni).

Personalmente non ci tengo molto che il mondo manga/anime esca dalla nicchia, ma che questa sia di cultura più profonda e di qualità migliore sarebbe davvero molto meglio.

E intanto aspetto gli altri film di Miyazaki dalla Lucky Red (non me ne perderò neanche uno :E)
Darko avatar
Master Jounin avatar
神KAMI
26 marzo 2009 15:14
0 +1 -1
Questa lettera offre tanti spunti di riflessione. E' vero che in questi anni è esistita ed esiste una nicchia, è anche vero che la nicchia non si espande ma, al contrario, implode. Vuoi i prezzi sempre meno accessibili dei manga, vuoi la poca pubblicità che si fanno agli anime che finiscono al cinema (che son veramente pochi), vuoi che questi prodotti giapponesi non fanno parte della nostra cultura e non c'è mai stata l'intenzione di innestare seriamente un mercato del genere, che, tra l'altro, potrebbe rendere molto più di quanto non renda adesso e sicuramente le case editrici non si troverebbero con le pezze al culo, scusando il francesismo. Mi si potrebbe ribattere che quest'ultima affermazione sia paradossale, tenendo conto che dopo il Giappone siamo stati uno dei primi paesi ad importare gli anime negli anni 70, ma Cannarsi anche qua apre uno spunto di riflessione quando parla dei vecchi nostalgici. Quanti della generazione dei robot di Go Nagai, ancora oggi, si interessano all'animazione giapponese? Forse, in ricordo dei vecchi tempi andati, si emozionerebbero per uno o due episodi di Mazinga Z, ma presentagli un prodotto nuovo e "No, io mi ricordo quello dei miei tempi che sicuramente era più bello".
C'è diffidenza, è anche vero che questo è un mercato che ha puntato sempre e solo agli incassi (e chi invece presenta titoli meno commerciali, oltre a farli pagare l'ira di Dio, ha dei ritardi mostruosi nelle pubblicazioni), vedi i film dei Pokemon che venivano pubblicizzati ovunque, a differenza di Ponyo o il film di Hokuto no Ken che qualche tempo fa è uscito al cinema.

Restando sul discorso "cultura", è indicativo che Ponyo sia stato portato nei cinema americani sotto il marchio Disney, mentre qua c'ha pensato la Lucky Red, a cui va tutta la mia gratitudine e rispetto, sperando comunque che ciò che hanno affermato sui film di Miyazaki venga mantenuto.

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