
Il marchio del drago celeste
Il capitolo si apre con Rufy nell'arena, ormai senza pubblico, in compagnia delle tre sorelle Gorgoni; Hancock gli spiega che il combattimento è finito, e chiede al pirata di scegliere, tra la de-pietrificazione di Margareth e compagne o una barca per lasciare l'isola; Rufy non ci pensa un attimo, e sceglie di salvare le tre fanciulle pietrificate, tra lo stupore delle Gorgoni; poco dopo, vediamo Margareth, Sweet Pea e Aphelandra, libere, raggiungere le altre guerriere.
Rufy viene invece condotto al castello delle Kuja, ove dapprima Marigold e Sandersonja lo ringraziano per aver coperto la schiena di quest'ultima nel corso della battaglia; poi il pirata viene accolto da Hancock in persona che, denudatasi, gli mostra la schiena, dove campeggia un marchio, che a Rufy ricorda il sole tatuato sulla fronte del polipo Hacchan.
Sopraggiunge anche l'anziana Nyon, che spiega alle sorelle che quel giovane pirata è Monkey D. Rufy, l'uomo che, giorni prima, ha colpito un Nobiluomo alle Shabondies... Hancock è frastornata e scoppia in lacrime; la principessa serpente svela finalmente la verità: non esiste alcuna maledizione della Gorgone!
Le tre sorelle, in realtà, quando erano bambine vennero catturate e vendute ai Nobiluomini di Mallijoa, come schiave; quel marchio sulla schiena è appunto il simbolo della schiavitù, il marchio del drago celeste; furono anni terribili... ad un tratto però, avvenne un fatto incredibile: un avventuriero, di nome Fisher Tiger (probabilmente un uomo-pesce) irruppe nella Terra Sacra e combattè, da solo, liberando centinaia di schiavi, uomini pesce e non.
Fisher Tiger fondò poi la grande ciurma dei pirati del sole, radunando moltissimi uomini pesce e trasformando l'infame marchio del drago nel marchio del sole, simbolo della ciurma; probabilmente anche Hacchan era uno di quei pirati; dopo la morte di Tiger, però, gli uomini pesce si divisero, e la grande ciurma fu sciolta. Al termine del racconto, Hancock sorride a Rufy, e si dichiara disponibile a donargli anche una nave; e qui termina il capitolo.